La Carta di Firenze

Come accennato sopra nei casi in cui il feto nasce vivo i medici non sono del tenuti, in base all’età gestazionale, a dare aiuto medico al feto.
Nello specifico, nel febbraio 2006, su iniziativa delle Cliniche di Medicina perinatale e di Ostetricia e Ginecologia, sono state sancite le “Raccomandazioni per le cure perinatali nelle età gestazionali estremamente basse”, meglio note come la “Carta di Firenze”. In questo documento vengono proposte delle linee guida relative al dare o meno cure ai neonati.
Esattamente vengono così definite:

  • nessuna cura intensiva per neonati di 22- 22+6 settimane, ma cure confortevoli di accompagnamento alla morte;
  • assistenza, su base individuale, da proseguire solo se efficace, al neonato compreso tra 23-23+6 settimane;
  • trattamento intensivo generalmente indicato per il neonato compreso tra 24-24+6 settimane in relazione a “sforzi respiratori spontanei, frequenza cardiaca, ripresa del colorito”;
  • rianimazione e cure intensive fortemente raccomandate per i nati dalle 25 settimane in poi.

La carta di Firenze è stata lungamente elaborata tra gli operatori del settore ed è in linea con quanto da tempo è attivo nei Paesi europei. E’ un documento tecnico che affronta in modo clinico la questione secondo parametri concordati internazionalmente, ed, inoltre, serve per fare chiarezza sul tema dando un punto di riferimento operativo.

Questo documento nasce per trovare una soluzione ragionevole, limitandosi a parlare del neonato di età gestazionale compresa tra le 22 e le 25 settimane come di un neonato di “incerta vitalità” e affidando alla diagnosi differenziale, caso per caso, il compito di decidere “cosa fare”.

Nonostante moderazione ed equilibrio questo documento ha subito un doppio trattamento: formalmente è stato apprezzato da esperti neonatologi, ma non è mai stata difeso pubblicamente anzi, al contrario, è stato più volte attaccato soprattutto negli ultimi due anni.
Questo documento resta ugualmente di chiaro utilizzo e utilità per i professionisti, ma cosa accade ai genitori, e alle mamme che vedono, nel caso in cui il bambino nasca vivo ma alla settimana 22, un mancato aiuto?